VANAGLORIA Viviamo soli, persi in sprazzi di paesaggio che crediamo essere il nostro approdo sicuro. Ancor quando e quanto ancora dovrà attendere la mia esistenza per abbeverarsi alla fonte della tua presenza? Non v'è certezza nel domani, non v'è necessità in ciò che affligge. A ondate il pensiero risveglia dai sogni, oniriche creature che avvolgono e ammantano. Gira il mondo e tutto attorno lo sguardo corre, bambino gioioso e deluso che insegue il suo domani. Laggiù lo sguardo si posa, la mano trema e la mente mai riposa. Ovunque è presente il pensiero di ciò che si vuol e non vuol essere o fare. Rimpianti, singhiozzi, risate e schiamazzi: attori protagonisti d'inestimabili arazzi. Intima e profonda cicatrice che sanguina versando cremisi gocce che illuminano la via. Assurdo bosco che mi circondi e mi brami accoglimi e fa si che il mio corpo esanime penzoli dai tuoi rami.
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