Le mani stringevano il volante e il velivolo macinava chilometri.
Distanze da colmare, mete da raggiungere, obiettivi da centrare e traguardi da tagliare.
Questa era ormai la sua vita, null'altro più poteva distoglierlo da quello che si era prefissato, niente e nessuno.
Le nocche sbiancarono da tanto forte stringeva il volante e mentre la sua mente vagava accompagnata dalla musica trasmessa alla radio, un tonfo sordo lo riportò alla realtà.
Devi fare ciò che ti fa stare bene” cantava ancora la radio mentre dopo aver frenato bruscamente il mezzo, scendeva di scatto. Era buio ormai e la fretta di tenerla di nuovo stretta a sé, gli avevano fatto premere a fondo l’acceleratore, noncurante della possibilità di un posto di blocco.
Il sangue si allargava a macchia attorno al capo della persona investita. I capelli fuoriuscivano a ciuffi dal berretto ed erano impiastricciati. Poteva essere una donna.
L’overboard su cui viaggiava era stato schiacciato dalle ruote della sua vettura.
- Ma come si fa ad andare in giro con questi cosi! Per strada e all’imbrunire… - disse avvicinandosi e avendo visto che si muoveva.
L’ulrto le aveva rotto la gamba sinistra e la caduta le aveva procurato un taglio sulla fronte..

Scostò con una mano i capelli e con l’altra le sistemò il berretto e lo stupore fu come ricevere un ice bucket: era lei!

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