VANAGLORIA Viviamo soli, persi in sprazzi di paesaggio che crediamo essere il nostro approdo sicuro. Ancor quando e quanto ancora dovrà attendere la mia esistenza per abbeverarsi alla fonte della tua presenza? Non v'è certezza nel domani, non v'è necessità in ciò che affligge. A ondate il pensiero risveglia dai sogni, oniriche creature che avvolgono e ammantano. Gira il mondo e tutto attorno lo sguardo corre, bambino gioioso e deluso che insegue il suo domani. Laggiù lo sguardo si posa, la mano trema e la mente mai riposa. Ovunque è presente il pensiero di ciò che si vuol e non vuol essere o fare. Rimpianti, singhiozzi, risate e schiamazzi: attori protagonisti d'inestimabili arazzi. Intima e profonda cicatrice che sanguina versando cremisi gocce che illuminano la via. Assurdo bosco che mi circondi e mi brami accoglimi e fa si che il mio corpo esanime penzoli dai tuoi rami.
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Visualizzazione dei post da novembre, 2017
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TIRATORE SCELTO Zampilla e scorre il sangue e come inchiostro verga linee sinuose di corsive parole intrise nella punta del pennino a guisa di freccia che il mio cuore ha spaccato in due. Beffarda e succosa mela, frutto proibito che svela ciò che gli occhi spesso fingono di non vedere, intenti nell'udire il battito assordante del rullante percosso da un batterista impazzito. Duro mestiere quello del cecchino: ogni volta che mira, spara o scocca il bersaglio in realtà è il suo IO, ammantata figura qual sinistra amica, lui stesso s'accoppa: altri istanti ancora per vivere un'illusione.
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Le mani stringevano il volante e il velivolo macinava chilometri. Distanze da colmare, mete da raggiungere, obiettivi da centrare e traguardi da tagliare. Questa era ormai la sua vita, null'altro più poteva distoglierlo da quello che si era prefissato, niente e nessuno. Le nocche sbiancarono da tanto forte stringeva il volante e mentre la sua mente vagava accompagnata dalla musica trasmessa alla radio, un tonfo sordo lo riportò alla realtà. “ Devi fare ciò che ti fa stare bene” cantava ancora la radio mentre dopo aver frenato bruscamente il mezzo, scendeva di scatto. Era buio ormai e la fretta di tenerla di nuovo stretta a sé, gli avevano fatto premere a fondo l’acceleratore, noncurante della possibilità di un posto di blocco. Il sangue si allargava a macchia attorno al capo della persona investita. I capelli fuoriuscivano a ciuffi dal berretto ed erano impiastricciati. Poteva essere una donna. L’overboard su cui viaggiava era stato schiacciato dalle ruote della sua ve
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Imboccando le scale, con uno sguardo tra il sognante e il rammaricato, con un filo di voce inviò quel saluto, così banale, così spontaneo da sembrar quasi futile ma che accompagnato da quel bacio leggero, a fil di labbra, condito da quel briciolo di voce che ne esaltava ogni minima sfaccettatura, tornò nel suo mondo. Conosceva benissimo cosa ci stava, seppur compresso fin quasi ad esplodere, in quel suo commiato. Sanciva, quasi come una condanna a morte, il ritorno a faccende ben più gravose, ben più pressanti. Sapevano entrambi che così doveva andare e che non era concesso loro, per il momento, altra soluzione. Le porte si chiusero all'unisono nello stesso istante fu come premere il tasto ON, o magari il tasto OFF, questo non lo avevano ben capito, e dovevano andare avanti, come da programma. Come da programma. Ma non erano macchine. O sì? Le tende si scostarono e la coltre rivelò un finire del pomeriggio che prometteva serenità. Una macchia nera, fugace, passò sull'a
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ARCHETIPO Il lento trascorrere del tempo, quando ci si annoia, si è malati, impossibilitati a vivere, pesa come un macigno sulle spalle che neppur Titano riuscirebbe a portarlo. Granelli che colmano, sorsi che riempiono, foglie che coprono, immagini che sbiadiscono, carezze che mancano. Vuoto incolmabile che fa struggere il petto e attorcigliare le viscere, speranze che rendono le notti insonni e le giornate estenuanti nell'attesa di ciò che ancora attende. Attese che gelano, parole che accarezzano, aspetti che cambiano, spettri che ritornano, miocardi che perdono il ritmo. Solitario vince l'attesa guardando la luna il lupo che erra nella steppa, quella stessa prateria ch'è come il mio animo, il mio senno e il mio cuore che cerca la sua lonza. Stefano Siviero
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Riscopriamo fiabe e favole. Le fiabe e le favole insegnano ai bambini, ma anche agli adulti. Leggere storie i cui protagonisti e personaggi principali sono animali, debitamente umanizzati nel loro essere per renderli più affini a noi esseri umani, è un ottimo strumento, molto più che un palliativo, per spiegare ai bambini, ai nostri figli, moltissimi argomenti. Questi possono variare e spaziare dai temi più frivoli e leggeri, a quelli più importanti e difficili da affrontare. La mia passione nello scrivere ha avuto anche uno sbocco in questo senso e la produzione di fiabe e favole mi ha permesso di poter dire al mondo dei più piccoli ciò che spesso noi grandi, troppo razionali e preoccupati da svariate faccende, non riusciamo ad esprimere agevolmente. Tutti siamo cresciuti con le grandi favole classiche e così sarà per i nostri figli e i nostri nipoti, ma credo che la produzione di nuove favole sia oltremodo indispensabile per tenersi al passo coi tempi: i messaggi che tra
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Bivi della vita che si parano d'innanzi ad ognuno di noi, scelte da fare, decisioni da prendere, passi da compiere; tutto e il contrario di tutto separati da quell'immancabile presenza: l'amore. "Verso nuovi pascoli" è la seconda raccolta di liriche scritte da Stefano Siviero... Leggi qualche pagina in anteprima: https://ilmiolibro.kataweb.it/…/poesia/345442/verso-nuovi-…/
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Un salto nel vuoto, dopo che si è tornati alla luce, quando non si ha più nulla in cui credere se non quel sogno che ha tramutato sentimenti ed emozioni in parole: semplice alchimia. Seconda edizione della prima raccolta di poesie scritte da Stefano Siviero, pubblicata con lo pseudonimo "Stheno" nel 2002... Leggine qualche pagina in anteprima: https://ilmiolibro.kataweb.it/…/poesia/345199/primi-passi-4/
Benvenuti!
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Ciao e benvenuti! Ho creato questo BLOG perché "la scrittura non serve a farsi vedere ma per vedere" (cit. Susanna Tamaro). Ho voluto chiamarlo così perché scrivere e leggere sono le mie due più grandi passioni e perciò voglio renderle pubbliche. E siccome "la scrittura è l'ignoto: prima di scrivere non si sa niente di ciò che si sta per scrivere e in piena lucidità" (cit. Margfuerite Duras) voglio rendervi partecipi delle mie pubblicazioni. "Perché gli scrittori ricordano tutto. (...) Un briciolo di talento è un buon sostegno, se si vuol diventare scrittori, ma l'unico autentico requisito è la capacità di ricordar la storia di ciascuna cicatrice" (Cit. da Misery, Stephen King) e io di cicatrici addosso ne ho davvero molte...