VANAGLORIA

Viviamo soli, persi in sprazzi di paesaggio
che crediamo essere il nostro approdo sicuro.
Ancor quando e quanto ancora dovrà attendere la mia esistenza
per abbeverarsi alla fonte della tua presenza?
Non v'è certezza nel domani,
non v'è necessità in ciò che affligge.
A ondate il pensiero risveglia dai sogni,
oniriche creature che avvolgono e ammantano.
Gira il mondo e tutto attorno lo sguardo corre,
bambino gioioso e deluso che insegue il suo domani.
Laggiù lo sguardo si posa,
la mano trema e la mente mai riposa.
Ovunque è presente il pensiero di ciò
che si vuol e non vuol essere o fare.
Rimpianti, singhiozzi, risate e schiamazzi:
attori protagonisti d'inestimabili arazzi.
Intima e profonda cicatrice che sanguina
versando cremisi gocce che illuminano la via.
Assurdo bosco che mi circondi e mi brami
accoglimi e fa si che il mio corpo esanime penzoli dai tuoi rami.

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